Allieva del Professor Giorgio Nardone e ricercatrice associata presso il Centro di Terapia Strategica di Arezzo, collaboro attivamente a progetti di ricerca per la messa a punto di tecniche evolute in ambito clinico.
Dalla collaborazione quinquennale con la II Cattedra di Pediatria del Policlinico Umberto I di Roma – divisione di Neurologia Pediatrica, diretta dalla Prof. Paola Iannetti, ho sviluppato una nutrita esperienza ospedaliera nel trattamento dei disturbi specifici dell’apprendimento e delle problematiche genitori – figli.
L’esperienza clinica dimostra che per analizzare i termini di un problema e giungere alla sua soluzione quel che conta è cogliere “come funziona” anziché “perché esiste”; ciò distingue tale approccio dalle convenzionali forme di psicoterapia.
Una volta individuati i meccanismi che “producono” il problema la Terapia Strategica applica su di essi interventi di comportamento mirati e brevi fissando con il paziente obiettivi specifici, offrendo quindi delle soluzioni strategicamente costruite sulle specifiche caratteristiche del problema da risolvere e sugli obiettivi prefissati.
La “Psicoterapia Breve Strategica” affonda la sua tradizione nel lavoro del Mental Research Institute di Palo Alto, nell’opera del maestro Milton Erickson e di studiosi quali Gregory Bateson e Paul Watzlawick. L’attuale sviluppo del modello si ha proprio in Italia, con l’opera del professor Giorgio Nardone, il quale ha messo a punto, attraverso una rigorosa metodologia empirico-sperimentale, specifici protocolli di trattamento per specifici disturbi, ideando così gli strumenti per operare su gran parte delle problematiche e delle sofferenze umane.
In ambito relazionale, comunicativo ed educativo questo modello si è rivelato altamente efficace, consentendo di mettere a punto tecniche sempre più affinate per complicati problemi nell’individuo, nella coppia, nella famiglia, nei gruppi.
Nell’arco di questo periodo, solitamente, si ottiene lo sblocco del problema e si passa alla terapia di mantenimento; solo nei casi in cui, ottenuti i primi risultati, occorre raggiungere altri obiettivi, si va oltre le 10 sedute. Attenendosi a questa regola, la terapia strategica elimina i rischi della cosiddetta “dipendenza dal terapeuta”, nonché i rischi delle terapie interminabili ove il terapeuta diventa “complice” del problema invece che il “risolutore”.
La Terapia Breve Strategica è indicata per:
Difficoltà emotive e comportamentali, disturbi del sonno e della regolazione fisiologica, disturbi dell’alimentazione, tic, fobie, problemi scolastici, problemi sociali… sono solo alcuni esempi delle problematiche che tipicamente minacciano l’equilibrio e la salute di bambini, adolescenti e giovani.
Grazie all’individuazione dei meccanismi mentali, emotivi e comportamentali operanti nel problema si è in grado di fornire gli strumenti per agire su di essi e cambiarli.
In pratica, l’intervento strategico è rivolto ad aiutare i genitori ad aiutare i propri figli, grazie a specifiche tecniche attraverso le quali interrompere i circoli viziosi che interferiscono sul sano sviluppo della mente.
Problemi trattati per l’infanzia e l’adolescenza:
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